Intervento al Senato sulla CCSVI
Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 527 del
24/03/2011 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
SENATO DELLA REPUBBLICA - XVI LEGISLATURA -527a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 24 MARZO 2011 (Pomeridiana)
Presidenza della vice presidente BONINO
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza della vice presidente BONINO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,03).
Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16,06)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di
interrogazioni.
Saranno svolte per prime l'interpellanza 2-00278 e l'interrogazione 3-01998
(già 4-03839) sulla diagnosi e sul trattamento della malattia da insufficienza
venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI).
Ha facoltà di parlare il senatore Massidda per illustrare l'interpellanza.
MASSIDDA (PdL). Signora Presidente, onorevoli membri del Governo, cari
colleghi, oggi parliamo dell'insufficienza venosa cronica cerebro-spinale, la
ormai famosa CCSVI, e di qui a poco vi spiegherò per quale motivo l'ho definita
tale.
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>>>>>Per i colleghi che non la conoscono e per coloro che leggeranno il
Resoconto di questa seduta, stiamo parlando di una patologia legata ad una
stenosi che colpisce vene molto importanti, quali le giugulari e in particolare
le vene giugulari interne e la vena azygos, vene che determinano un flusso del
sangue venoso dal cranio al torace.
>>>>>
>>>>>Il problema che crea detta stenosi è la mancanza di flusso del sangue in
una delle vene citate, con tutto ciò che ne consegue, ossia una stasi venosa.
>>>>>
>>>>>Questa sera vorremmo prima di tutto un chiarimento. In primo luogo,
vogliamo sapere se si intende riconoscere o meno questa condizione clinica come
una patologia assestante, dal momento che qualcuno non la ritiene tale e la
lega esclusivamente alla famiglia delle malformazioni venose di tipo
trunculare. Esistono invece degli studi, le cui origini risalgono ormai a dieci
anni fa, del responsabile del centro malattie vascolari dell'università di
Ferrara, professor Zamboni - tanto è vero che il metodo viene denominato
appunto Zamboni - che hanno dimostrato che l'incidenza di detta patologia è
sicuramente molto più vasta di quanto noi possiamo immaginare.
>>>>>
>>>>>Metodi diagnostici come il doppler e la flebografia ci permettono di
evidenziare una fortissima frequenza della patologia in esame, ed è proprio per
questo che è diventata famosa. Dopo cinque anni di studio è stata dimostrata la
positività in alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla di un intervento che
normalmente si effettua con l'angioplastica, metodo ormai in uso da 25 anni, un
tempo considerato invasivo ed ora in misura inferiore, sicuramente non
pericoloso essendo effettuato quasi di routine - grazie a Dio - nei nostri
ospedali.
>>>>>
>>>>>Dopo aver effettuato questo semplice intervento e trascorso lungo tempo
dall'operazione, tanto da non far pensare ad un effetto placebo, i malati di
cui stiamo parlando dichiarano di avvertire un netto miglioramento della loro
vita, avendo cioè una maggiore capacità cognitiva, una maggiore disponibilità
al movimento ed una minore sensazione di stanchezza. Pertanto, non solo si
acquista una maggiore autonomia, davvero necessaria in questi pazienti anche
dal punto di vista psicologico, ma si arreca un minor peso alla famiglia.
>>>>>
>>>>>Questa sensazione, se all'inizio - come avviene spesso in ambito
sanitario - poteva essere avvertita come un effetto placebo, ormai a distanza
di anni e mantenendosi inalterata, rivela un fatto davvero positivo.
>>>>>
>>>>>Solo questo giustifica un ottimo intervento.
>>>>>
>>>>>A questo si aggiunge il fatto che in questi anni si è svolta una ricerca
più accurata, che ha visto la partecipazione anche di altri Paesi, tanto che in
una conferenza, ben 47 vi si sono allineati, e che oggi 30 università americane
stanno per procedere in questa direzione. Stiamo dunque parlando di una
casistica di diverse migliaia di pazienti che testimonia che c'è un'incidenza
nettamente superiore, tanto da parlare di percentuali del 70 per cento, di
questa patologia negli ammalati di sclerosi multipla (malattia che ha ancora
tanti aspetti nascosti per la nostra scienza), della quale si ipotizza possa
essere addirittura una delle cause.
>>>>>
>>>>>Ci possono essere dei benefici per i nostri ammalati. Fummo noi, membri
della Commissione di inchiesta, nel quadro di una rivisitazione degli
interventi del Governo su tutte le patologie che provocavano un'invalidità, a
decidere di convocare il professor Zamboni. Successivamente abbiamo chiesto di
avere i documenti, che a noi parlamentari sono giunti in ritardo se pensiamo a
ciò che qualsiasi cittadino, accedendo al tam tam di Internet, può avere. Di
fatto, con la ricchezza di ricerca che si sta creando grazie al privato, si
stanno mettendo a fuoco cose differenti. (Richiami del Presidente). Concludo,
Presidente. Sto solo anticipando qualcosa che abbiamo saputo in queste ore e
che voglio sapere se verrà confermato o meno. Uno dei dati portati contro il
riconoscimento di questa patologia è che non è vero che la percentuale sia al
70 per cento, perché su 50 giovani sui 20 anni c'è stato solo un caso. Ma negli
altri 50 ce ne sono stati 16. Addirittura si parla di 20. Credo ch!
>e un medico, un cittadino, un parlamentare come me, non possa ritenere che
questa percentuale sia in negativo, ma che sia più che sufficiente per esigere
un intervento dello Stato per una ricerca.
>>>>>
>>>>>PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere
congiuntamente all'interpellanza testé svolta e all'interrogazione 3-01998.
>>>>>
>>>>>ROCCELLA, sottosegretario di Stato per la salute. Signora Presidente,
come i senatori interroganti sanno, il Ministero della salute segue con molta
attenzione la questione delineata nell'interrogazione parlamentare in esame.
>>>>>
>>>>>In particolare, si segnala che il Consiglio superiore di sanità (CSS), la
più alta autorità sanitaria nel nostro Paese, ha affrontato le tematiche
relative alla insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI) e quindi
alla «Nuova terapia endovascolare per la sclerosi multipla». Il CSS ha
approfondito tale problematica, che ha destato l'interesse del mondo
scientifico, nonché di numerose associazioni rappresentative dei malati di
sclerosi multipla - ed ha così operato: ha costituito un gruppo di lavoro ad
hoc; ha audito il professor Zamboni; ha espresso parere nella seduta dell'8
giugno 2010 ritenendo, all'unanimità, che «ad oggi l'efficacia di qualsiasi
procedura terapeutica vascolare non è sicuramente dimostrata ed è quindi da
posporre all'acquisizione di dati scientifici che provino una sicura
associazione tra CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e SM
(sclerosi multipla)».
>>>>>
>>>>>Inoltre, il CSS, nello stesso parere, riteneva necessario «attendere i
risultati di altri studi e in particolare di studi che, attraverso un approccio
multimodale, dimostrino che la CCSVI è un'anomalia significativamente più
frequente nella popolazione con SM rispetto ai soggetti di controllo. Qualora i
risultati scientifici che emergeranno da tali studi dovessero dimostrare una
sicura associazione epidemiologica e fisiopatologica tra la CCSVI e la sclerosi
multipla, prendere in considerazione, in accordo con le good clinical practice,
sperimentazioni terapeutiche mirate ad eliminare o ridurre la CCSVI
(insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) ed a verificarne la loro
efficacia nella evoluzione della SM (sclerosi multipla)».
>>>>>
>>>>>In sintesi, il Consiglio superiore di sanità ha ritenuto, sulla base
dell'esame della letteratura scientifica, che, nonostante sia stata rilevata
un'elevata associazione fra CCSVI e sclerosi multipla, non ne sia stato ancora
dimostrato il nesso. Vanno pertanto perseguite sperimentazioni terapeutiche
miranti a dimostrare che la riduzione o l'eliminazione della CCSVI porti a
modifica della storia naturale della sclerosi multipla.
>>>>>
>>>>>Tale parere è altresì completato dalle seguenti considerazioni: «Le
osservazioni preliminari di Zamboni e collaboratori sono di indubbio interesse
e meritevoli di approfondimento con tutti gli strumenti che la ricerca medica
ha oggi a disposizione e che, ai fini di una più adeguata valutazione
dell'ipotesi medica in parola, devono essere resi disponibili: un consensus
sulla metodica ultrasonografica da utilizzare per la valutazione del sistema
venoso; un panel di esperti nel settore della diagnostica neurovascolare per
fornire indicazioni riguardo all'esecuzione dell'esame e sui parametri da
analizzare; uno studio in doppio cieco su soggetti normali di controllo, su
soggetti asintomatici, ma con alterazioni ossee a livello della colonna
cervicale, in pazienti neurologici affetti da sclerosi multipla e da altre
patologie come l'amnesia globale transitoria, l'Alzheimer, il Parkinson, la
sclerosi laterale amiotrofica, per valutare l'eventuale impatto della CCSVI su
ogni patol!
>ogia; la messa a punto di un protocollo diagnostico con un'ulteriore metodica
di neuro-immagini convenzionali».
>>>>>
>>>>>Inoltre, considerato che: «la casistica studiata del professor Zamboni e
presentata a supporto della sua ipotesi di forte correlazione tra CCSVI e
sclerosi multipla risulta mancante di dati di riproducibilità della metodica,
di dati sulla prevalenza della CCSVI in persone con sindrome clinicamente
isolata o con forme di sclerosi multipla pediatrica che permettano di affermare
che la CCSVI è presente nei pazienti che sviluppano sclerosi multipla; che dati
ancora più recenti ottenuti da gruppi diversi da quello del professor Zamboni e
presentati a convegni internazionali sembrano ridimensionare l'associazione tra
CCSVI e la sclerosi multipla», il Consiglio superiore di sanità ha quindi
sottolineato che, per porre diagnosi di CCSVI, sono richiesti criteri definiti
e condivisi dalla comunità scientifica.
>>>>>
>>>>>In particolare occorre, e cito nuovamente: «verificare mediante un
approccio multimodale (risonanza magnetica ed ecodoppler) la presenza della
CCSVI in pazienti con sclerosi multipla di differente tipologia: forme con
sindrome clinicamente isolata (CIS), forme recidivanti-remittenti (RR), forme
secondariamente progressive (SP), forme primariamente progressive (PP) e forme
pediatriche; correlare la CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica)
con la presenza di depositi di ferro, indagata mediante metodiche avanzate di
RMN (risonanza magnetica nucleare); mettere in relazione i dati strumentali con
gli aspetti clinici ed il decorso della malattia per valutare il ruolo
eziopatogenetico del fenomeno».
>>>>>
>>>>>Il Consiglio superiore di sanità ha ritenuto importante che qualificati
gruppi di ricerca clinica interessati a queste problematiche pianifichino studi
metodologicamente ineccepibili, per valutare con rigore scientifico l'ipotesi
secondo la quale la CCSVI possa giocare un ruolo primario nei meccanismi
patogenetici della sclerosi multipla.
>>>>>
>>>>>Infine, il Consiglio superiore di sanità ha evidenziato che, ed anche qui
cito: «è stata anche proposta una nuova terapia del trattamento della sclerosi
multipla che consisterebbe in una angioplastica endovascolare con palloncino;
l'inserimento di uno stent è stato suggerito come "logica alternativa" per
l'alto tasso di re-stenosi; tale procedura è stata già eseguita su un ridotto
numero di pazienti con esito fatale in due casi; la piccola dimensione del
campione, la mancanza di controlli, le unblinded-valutazioni neurologiche, il
significativo processo di re-stenosi e inconsistenti protocolli della risonanza
magnetica limitano l'interpretazione dei dati; ogni interpretazione
sull'efficacia è resa ancora più debole poiché tutti i pazienti hanno
proseguito immodificate le terapie originali; lo stesso professor Zamboni ha
dichiarato che il trattamento endovascolare della CCSVI nella sclerosi multipla
è ancora prematuro».
>>>>>
>>>>>Il Consiglio superiore di sanità si è riunito il 13 luglio 2010 per
ascoltare in audizione le delegazioni delle principali associazioni di malati
di sclerosi multipla. In tale sede è stata, in particolare, sollecitata una
riflessione sulla possibilità che, indipendentemente da una presunta
correlazione con la sclerosi multipla, la CCSVI sia riconosciuta quale
patologia-autonoma anche in Italia, con conseguente sottoposizione ad
intervento di coloro i quali ne siano affetti.
>>>>>
>>>>>Il 19 gennaio 2011 il Consiglio superiore di sanità ha convocato in
audizione le società scientifiche competenti, al fine di acquisire utili
elementi per il prosieguo del dibattito così riaperto.
>>>>>
>>>>>Dalle audizioni sono emersi i seguenti elementi: la condizione definita
CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica), descritta dal professor
Zamboni, sarebbe diagnosticabile con indagini ultrasonografiche in base ai
criteri pubblicati, che prevedono la positività di almeno due criteri sui
cinque rilevabili; i suddetti criteri non sono stati validati verso un esame
gold standard, anche perché la flebografia (possibile gold standard) è esame
anch'esso soggetto a variabilità, in relazione alla pressione di introduzione
del mezzo di contrasto, alla posizione del paziente, ad altre variabili
interindividuali e alle apparecchiature utilizzate; gli stessi criteri non sono
stati validati circa il loro valore predittivo nei confronti di alterazioni
dell'emodinamica cerebrale già note in letteratura; tra i cinque criteri
previsti per la diagnosi di CCSVI, uno prevede l'utilizzo dell'ecografia
transcranica, attraverso una finestra ossea (sopracondilare) mai utilizzata in
let!
>teratura e per la quale mancano dati metodologici; l'esistenza della CCSVI e
le correlazioni etiopatogenetiche collegate alla stessa sono ancora controverse
e, pertanto, risultano necessari ulteriori studi, condotti con strumentazione
adeguata, rigorosa metodologia di indagine e corretta selezione dei pazienti.
>>>>>
>>>>>Il 25 febbraio 2011 il CSS. ha espresso, all'unanimità, un ulteriore
parere sulla insufficienza venosa cerebro-spinale cronica e sulla sclerosi
multipla, specificando, fra l'altro, che nella nota del Ministro della salute
del 27 ottobre 2010, inviata agli assessori regionali alla sanità, contenente
gli elementi conoscitivi e valutativi su sclerosi multipla e CCSVI, formulati
da un apposito gruppo di lavoro, la dizione «si segnala che l'attuale sistema
sanitario garantisce, in regime ospedaliero, sotto la responsabilità del
medico, l'erogazione di terapie atte a diagnosticare, monitorare e, se
indicato, correggere terapeuticamente anomalie dell'apparato vascolare artero-
venoso giudicate patologiche» deve intendersi indipendentemente dal fatto che
il paziente sia affetto o meno da sclerosi multipla. Il CSS ha ritenuto - cito
- «che, ad oggi, la CCSVI non possa essere riconosciuta come entità nosologica;
che, ad oggi, non sia dimostrata la sua correlazione epidemiologica con !
>la sclerosi multipla e, pertanto, l'intervento di correzione vascolare non
può essere indicato nei pazienti affetti da tale patologia; che sia necessaria,
invece, un'indicazione clinica chiara e netta, indipendentemente dalla presenza
o meno di sclerosi multipla, per l'erogazione di misure atte a diagnosticare,
monitorare e correggere anomalie dell'apparato vascolare venoso, qualora
indicato, a causa di condizioni patologiche ad esse sicuramente riferibili».
>>>>>
>>>>>Nello stesso parere il CSS ha affermato la necessità che «eventuali
procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con sclerosi multipla
siano effettuate solo ed esclusivamente nell'ambito di studi clinici
controllati e randomizzati, approvati da comitati etici, con un protocollo che
preveda: una dichiarazione sul conflitto di interessi, le modalità di selezione
o di esclusione dei pazienti, le indagini diagnostiche, le modalità
metodologiche di esecuzione dei diversi esami e procedure, gli end point
primari e secondari, il monitoraggio degli eventi avversi, le modalità e la
cadenza del follow up ed infine le caratteristiche dell'analisi statistica». Da
ultimo, il CSS ha indicato l'opportunità che «sia contrastata ogni finalità
puramente speculativa ed economica; debba essere fatto tutto il possibile per
proteggere i pazienti da facili entusiasmi, da speculazioni economiche e dai
rischi connessi al trattamento stesso, ricordando che la ricerca biomedica e la
prati!
>ca clinica devono ispirarsi all'inderogabile principio dell'inviolabilità
dell'integrità psicofisica della persona».
>>>>>
>>>>>Il parere di cui abbiamo letto ampi stralci è stato trasmesso, con nota a
firma del Ministro della salute, professor Fazio, in data 4 marzo 2001, a tutti
gli assessori regionali alla sanità, affinché se ne tenga conto nella
predisposizione delle connesse attività di studio e assistenza e ai fini di una
appropriata divulgazione. Mi sembra evidente che non sia il caso di parlare di
un inserimento nei LEA.
>>>>>
>>>>>PORETTI (PD). Domando di parlare.
>>>>>
>>>>>PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
>>>>>
>>>>>PORETTI (PD). Ringrazio il Sottosegretario per la lettura della
cronostoria di quello che è successo al Consiglio superiore della sanità. Forse
dal Ministero, in questo caso rappresentato dal Sottosegretario, mi sarei
aspettata qualcosa di più da un punto di vista politico.
>>>>>
>>>>>Ovviamente non siamo qui a validare studi scientifici e tanto meno a
sostenere se quella sia la cura per una patologia piuttosto che un'altra.
Questo è compito ovviamente della comunità scientifica internazionale, della
medicina, di ben altro.
>>>>>
>>>>>Però, dal punto di vista politico, invece credo che ci sia da farsi
carico di una situazione, da una parte del dovere di non alimentare delle false
speranze e dall'altra parte anche di non lasciare nel limbo e dell'abbandonare
pazienti che comunque ritengono la possibilità di vedersi curare una malattia
che ad oggi appunto non ha una cura come la sclerosi multipla.
>>>>>
>>>>>Parliamo di numeri importanti. Nel mondo sono circa 1,3 milioni i
pazienti: in Europa 400.000, in Italia 58.000, e di questi 22.000 circa che
appunto potrebbero ottenere giovamento da quel tipo di intervento.
>>>>>
>>>>>Si parla di interessi, e credo che anche questo sia bene prenderlo in
considerazione. Un malato costa, in farmaci, circa 80.000 euro all'anno. Si
stima che un intervento di angioplastica, e di "liberazione" di queste
occlusioni presenti nelle vene, costi al Sistema sanitario nazionale intorno ai
5.000 euro, fra l'altro pagati una tantum e non continuamente.
>>>>>
>>>>>Io ricordo che il professor Zamboni, quando è stato ascoltato dalla
Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio
sanitario nazionale, del quale sia io che il senatore Massidda siamo componenti
e che, appunto, è presieduta dal senatore Ignazio Marino, ci ha descritto la
sua ricerca come una ricerca non profit, che «si scontra con un interesse, un
mercato che nei Paesi cosiddetti progrediti è di un miliardo di euro al mese.
Capirete che ritardare di un mese rende un miliardo e, quindi, va bene.
Tuttavia, proprio per la responsabilità che dobbiamo avere nei confronti dei
cittadini e dei pazienti, è inaccettabile che la ricerca possa essere
ostacolata, o fuorviata, da dati rilevati in un modo non rigoroso».
>>>>>
>>>>>Io credo che, innanzitutto, da un punto di vista politico dovremmo farci
carico di che tipo di studi stiamo portando avanti in Italia e in che tipo di
centri stiamo inviando i pazienti, perché temo che, se non li inviamo nel
sistema sanitario nazionale, che sia in intramoenia fino a che non viene
riconosciuto dai LEA con un DRG, e se invece li mandiamo solo nelle cliniche o,
come molto più probabile, all'estero, non rendiamo un buon servizio ai malati e
ai pazienti italiani.
>>>>>
>>>>>Ricordo che vi è una mozione depositata al Senato, e rispetto alla quale
sollecito il Sottosegretario ad interessarsi e a dare la disponibilità da parte
del Governo per venire a discuterla in quest'Aula. É una mozione a prima firma
del senatore Ignazio Marino e cofirmata da me, dal Presidente della Commissione
igiene e sanità, senatore Tomassini, da un esponente della Lega Nord, il
senatore Rizzi, e, naturalmente, dal senatore Massidda. Su questi temi,
infatti, non dovrebbero esserci divisioni.
>>>>>
>>>>>Tale mozione cerca proprio di interessarsi e di monitorare la raccolta
dei dati e chiede appunto che, in qualche modo, si realizzi un censimento,
indagando su quali centri operino e con che metodi. Anche a tale riguardo,
infatti, noi ricordiamo che il professor Zamboni ci ha spiegato che se, ad
esempio, alcuni esami ecodoppler vengono fatti in un certo modo, piuttosto che
in un altro, danno o non danno degli esiti. Sinceramente, però, io non voglio
entrare nel dettaglio di tale questione.
>>>>>
>>>>>Ritorno, invece, a quella che io ritengo sia la responsabilità della
politica, con una non grande fiducia nei confronti di questo Governo e, in
particolar modo, del Ministero della salute e anche del Sottosegretario.
Spesso, su alcuni temi, rispetto alla libertà di scelta dell'individuo e sulla
libertà di ricerca e di cura, questo Governo fa prevalere delle impostazioni e
delle scelte etico-dirigiste e stataliste (spesso anche in un unicum a livello
internazionale), ottenendo come effetto, su pazienti e su malati, su
ricercatori e sui medici, di far fuggire all'estero chi ne ha la possibilità.
>>>>>
>>>>>Gli esempi, sotto gli occhi di tutti, vanno dalla fecondazione assistita,
alla conservazione del cordone ombelicale, alla RU486, alla ricerca con le
cellule staminali ed embrionali, all'eutanasia e al testamento biologico.
>>>>>
>>>>>Quindi, per quanto mi riguarda, io non mi ritengo soddisfatta della
risposta, anche perché si è trattato più della lettura del Consiglio superiore
della sanità che di ciò che vuole fare il Governo.
>>>>>
>>>>>MASSIDDA (PdL). Domando di parlare.
>>>>>
>>>>>PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
>>>>>
>>>>>MASSIDDA (PdL). Signora Presidente, parto dalla conclusione della collega
per svolgere il mio intervento, ma in senso opposto: mi trovo di fronte ad un
Sottosegretario che invece ha sempre dimostrato esattamente il contrario di
quanto afferma la senatrice Poretti. Si tratta di differenze di vedute normali
e legittime: la senatrice Poretti ha delle idee, e ci sono idee differenti.
Dobbiamo riconoscere alla signora Sottosegretario qui presente di essere una
persona che ha sempre dimostrato grande sensibilità, e su questo vorrei
soffermarmi.
>>>>>
>>>>>Di fatto, ho grande fiducia anche nel Consiglio superiore di sanità, che
ha fatto delle affermazioni condivisibili. Lo stesso professor Zamboni non ha
mai affermato che la CCSVI coincida con la sclerosi multipla; ha solo rilevato
dei miglioramenti che chiunque di noi, se conosce dei pazienti che si sono
sottoposti a questo intervento, può rilevare. Se un paziente, dopo questo
intervento, avverte un miglioramento e riesce ad affrontare la vita con più
serenità ed a prolungare il tempo nel quale è autosufficiente, credo che solo
questo elimini qualsiasi dubbio, e noi politicamente abbiamo il dovere di
prendere delle decisioni, anche in contrasto con ciò che ci dice la scienza.
>>>>>
>>>>>Credo che il Consiglio superiore di sanità non poteva dire altro;
naturalmente non può dire che questo intervento va inserito tra i Livelli
essenziali di assistenza (LEA), perché anche il discorso dei LEA è delicato; ma
escludere che una ricerca possa proseguire, o imporre ai cittadini di fare leva
ancora una volta sulle proprie risorse, cercando di creare centri come quelli
che, sempre sotto il controllo dei comitati etici, stanno procedendo, di fatto
anche vietando alle università di poter fare ricerca, significa veramente
pestarsi le mani.
>>>>>
>>>>>Voglio ricordare che in questi giorni, quindi dopo la riunione del
Consiglio superiore di sanità dell'8 giugno, 30 università americane, che non
sto qui a enumerare, dotate di mezzi, metodi e numeri nettamente superiori, si
approprieranno di un qualcosa che è cresciuto in Italia, che può esaltare la
scienza italiana, che chiede semplicemente di intervenire su tale patologia.
>>>>>
>>>>>Vorrei chiedervi: secondo voi, un mancato deflusso dalle vene che dal
capo vanno al tronco non è niente? Da medico, vi dico che una stasi venosa crea
dei piccoli problemi: non ci vuole la laurea per capire che comunque
intervenire su vasi così importanti sia un fatto positivo per evitare una stasi
venosa, e quindi un'esposizione a sostanze dannose, anche per le cellule
nervose. Io non credo che possa risolvere i problemi della sclerosi multipla.
Infatti temo che la notizia, per come è stata data, contenga due errori: da una
parte, il parlare di questa metodica come una panacea per la sclerosi multipla
arreca danno ai pazienti, perché crea delle aspettative, e apporta un danno
alla ricerca; dall'altra, si tratta di un'approssimazione, perché i dati
riportati e i tempi tecnici dei quali stiamo parlando oggi evidenziano che tale
scelta del Consiglio superiore di sanità, per quanto sofferta, per quanto
portata avanti da persone molto serie e che hanno la mia stima, ha richiest!
>o mesi per dare delle risposte. Noi abbiamo bisogno di ore, di minuti: i
nostri malati vogliono sapere come possono star bene. Se un ammalato di
sclerosi multipla riesce anche a guadagnare soltanto per qualche mese una
maggiore serenità sapendo che c'è qualche intervento possibile, ne trae
beneficio.
>>>>>
>>>>>In sintesi, chiedo, come ho detto all'inizio, un minimo di attenzione in
più a questo problema, per cercare di capire quanto di positivo c'è nelle
affermazioni del Consiglio superiore di sanità, che non si è assunto certe
responsabilità, perché oggi certe responsabilità sono politiche. Voglio
ricordare quanto afferma la Costituzione all'articolo 32, che tutti conosciamo:
«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività (...)». È interesse della collettività migliorare
la qualità della vita dei nostri cittadini, ad esempio, non lasciare che un
vaso rimanga obliterato sperando che non ci siano delle complicazioni! È nostro
dovere fare delle scelte politiche per quanto gravose.
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